Con questo post voglio solo introdurre il
tema e fare qualche considerazione derivata dalla mia esperienza di questi
anni. Su questo argomento ci sono ampie discussioni in rete, e mi guardo bene
dal volerle riassumere qui, né al momento voglio prendere una esplicita
posizione sul problema, a parte per le esperienze personali che illustrerò. E’
certo un tema su cui penso di ritornare.
Da diversi anni in campo internazionale, e
più di recente anche in Italia, si sta diffondendo l’uso dei libri elettronici,
gli ebook. La loro diffusione, inizialmente molto temuta dagli editori
tradizionali di libri di carta, non ha invece comportato una proporzionale
riduzione della vendita di questi ultimi, risultando alla fine in un incremento
delle vendite totali. Questo concetto non è stato ancora capito dagli editori
italiani, che si sono arroccati in una difesa ad oltranza, boicottando gli
ebook in ogni modo, ad incominciare dal prezzo di vendita, di poco inferiore al
cartaceo e spesso superiore, in presenza di particolari campagne di sconti. Ma
non è questo l’argomento di questo post, anche se meriterebbe una discussione
approfondita.
La nascita di questa tecnologia e il
contemporaneo sviluppo delle librerie on-line, naturalmente attrezzate per la
loro vendita, ha ovviamente comportato, in poco tempo, l’apparizione di libri
editi esclusivamente in formato elettronico. A parte piccoli problemi di
formato, soprattutto per la volontà di Amazon di mantenere ad ogni costo un
formato proprietario per tutti gli ebook venduti sulla sua piattaforma, e la
frequente presenza, ossessiva in Italia, dei cosiddetti Digital Rights
Management (DRM), cioè una limitazione inserita nel file digitale per impedirne la
diffusione, analogo al fallimentare controllo di riproduzione per i CD
musicali, la diffusione degli ebook è stata travolgente.
Poiché la produzione di un ebook è tutto
sommato semplice, ad iniziare dagli Stati Uniti si sono incominciati a
moltiplicare degli autori che hanno completamente saltato il passaggio da un
Editore ufficiale, mettendo direttamente in vendita il proprio ebook su delle
librerie on-line disposte ad ospitarli in cambio di una percentuale del prezzo.
Non stiamo parlando di piccoli siti sconosciuti, ma di Amazon stessa che è stata
proprio l’iniziatrice di tutta la faccenda. Il vantaggio da parte dello
scrittore è un guadagno decisamente maggiore, anche in presenza di un prezzo di
vendita molto minore del cartaceo, per l’alta percentuale sul prezzo stesso e
la possibilità, nei casi più fortunati, di grossi volumi di vendita.
Non voglio qui entrare nella discussione
su vantaggi o svantaggi di questa scelta per lo scrittore, perché il tema è
complesso, ma voglio velocemente invece arrivare al punto che mi interessa di
più ora, e cioè il significato di questo nuovo fenomeno per il lettore,
specialmente il lettore italiano di letteratura fantastica.
Il primo vantaggio per il lettore è
sicuramente il prezzo, perché il costo delle opere autopubblicate è normalmente
molto basso, e spesso sono distribuiti inizialmente del tutto gratis.
Il primo svantaggio è ovviamente che si
tratta di opere praticamente “scritte come vengono” con scarso o nullo lavoro
di editing, di prelettura da parte di terzi e revisione assistita. Strafalcioni
grammaticali e refusi vari sono la norma. Ma è uno svantaggio piuttosto
limitato, perché ormai anche le maggiori Case Editrici hanno ridotto al minimo,
e spesso annullato del tutto, l’editing professionale sulle opere pubblicate.
Spesso si trovano refusi che anche un semplice correttore automatico avrebbe
dovuto segnalare.
C’è però un altro svantaggio che deve
essere preso in considerazione: è ben noto che in Italia ci sono più
(aspiranti) scrittori che lettori, e la possibilità di eliminare il filtro
rappresentato dalle scelte delle Case Editrici ha di fatto trasformato quella
che era solo un’aspirazione in una realtà concreta.
In prima approssimazione non vi è stato un
peggioramento qualitativo, e mi riferisco solo al settore del fantastico,
perché ultimamente le scelte editoriali erano state di puntare ad un pubblico
di lettori casuali, facilmente influenzabile da mode e belle copertine,
dall’età sempre minore degli pseudo-scrittori di turno, ma la valanga di ebook
di fantascienza, horror, fantasy, urban romance (i vampiri brilluccicosi) etc è
tale che è addirittura impossibile seguirne l’apparizione, non dico leggerli.
Se volete un’idea dei numeri in questione
date un’occhiata a questa recente pagina FaceBook dove da pochissimi giorni si
presentano con le loro opere autori italiani del genere fantastico. Almeno
quelli che hanno saputo dell’iniziativa.
Schiacciati dal numero esorbitante,
diventa difficile scegliere, perché per fortuna tra questi c’è anche chi sa
scrivere, chi ha delle belle idee, chi sa sviluppare delle storie… e qualche
volta chi sa fare tutte e tre le cose…
Prima di aver fatto una ragionevole
esperienza, aver potuto selezionare qualche autore che merita, bisogna
inevitabilmente leggere delle grandi stupidaggini, il più delle volte scritte
male, senza alcuna competenza stilistica, e questa ricerca, anche se non costa
molti soldi, costa però un mucchio di tempo, che deve essere tolto a quello
dedicato a leggere degli ottimi romanzi pubblicati da case editrici estere, ben
selezionati, con un editing professionale e anche molto divertenti.
Per fare due esempi, ero stato
piacevolmente sorpreso da New Babel di Laura Schirru, un ebook distribuito
gratuitamente, da alcuni racconti di Alessandro Girola, di cui non ho ancora
parlato, ma succede anche di incontrare cose come il recente Epopea dellaColonizzazione – Fase Uno di F. V. Ottavian (credo uno pseudonimo) che dovrebbe
essere il primo di una serie ma dimostra solo l’incapacità dell’autore a
narrare decentemente una storia.
Per riassumere il discorso, se l’autopubblicazione
ha permesso a molti autori di superare i limiti spesso corporativi se non
nepotistici delle Case Editrici ufficiali, in Italia la loro massa è tale che
trovare le poche perle nel montone di rifiuti è davvero problematico.
Ciao, uso la pasta madre da oltre 5 anni, ma non guardo dall'alto in basso chi usa il ldb ;-)
RispondiEliminaPer il resto, ora è tardi e in questo periodo sono in iperattività su più fronti, ma spero di poterti leggere in seguito.
Intanto complimenti, e complimenti a Lucia.
Ciao
... pardon, magari mi firmo, per educazione.. anche se potrei metter una firma qualunque
RispondiElimina.. però mi chiedo come mai, una persona come te non dà la sua preferenza ai sapori incomparabili dei lievitati con pasta madre?
Solo perché il ldb ti dà certe sicurezze matematiche? Naaaa..
Ciao e piacere di aver incrociato i tuoi scritti.
Linda
Sembra che ora mi sia di nuovo possibile commentare il MIO blog... :)
RispondiEliminaCara Linda (non e' importante se il nome e' reale o meno, e' importante poter distinguere un Anonimo da un altro) forse hai sbagliato post dove commentare, ma non fa niente.
Per quanto riguarda la Pasta Madre, il mio problema, derivante dall'uso piuttosto saltuuario che ne facevo, e' stato piu' che altro la sua incostanza di prestazioni. Poiche' dovevo rinfrescarlo alcune volte prima di usarlo, con effetti diversi dovuti alle condizioni ambientali, il mio Lievito Madre Liquido era in effetti sempre diverso da una volta all'altra, e il suo tempo di lievitazione poteva diventare incompatibile con i vincoli temporali che avevo. Per questo ci ho (per ora) rinunciato a favore di una biga piuttosto personale ma che mi soddisfa (sempre per ora).
Ti ringrazio per la visita e per i commenti
Michele