Questi sono gli ultimi Filoncini che chiamerò di Lariano, perché nonostante sia riuscito a fare un ottimo impasto con le farine giuste, nella cottura sono stato decisamente lontano dall'ottenere il tipo di pane, il Lariano, che volevo per lo meno imitare. Il problema principale ritengo sia il forno che ho. Un forno a gas di ampie dimensioni che riesce anche ad ottenere temperature massime maggiori dei normali forni elettrici, ma non ha "calore dall'alto", se non il grill che però è dimensionato per arrostire, non per cuocere, ed avendo una fonte di calore localizzata nella fiamma centrale, genera una forte asimmetria nella distribuzione di calore nel forno, per cui con il forno tenuto al massimo al centro il pane tende a bruciarsi, e la pietra refrattaria può solo attenuare il fenomeno, non eliminarlo.
Ho ottenuto un ottimo pane, molto morbido anche se con alveolatura moderata.
cosa ragionevole dato l'uso di farine sostanzialmente integrali e l'idratazione piuttosto media (65%). La crosta è risultata croccante ma meno spessa del desiderato, nonostante il tenere in fessura il forno per gli ultimi 5 minuti.
Sicuramente riuscirò a migliorarlo ancora, magari con un'idratazione un poco superiore, o con una cottura più prolungata, ma sicuramente non lo chiamerò più Pane di Lariano, che è proprio un'altra cosa anche se fatta con un impasto molto simile.
Ma cambiare il forno non rientra nei miei prossimi programmi.
Cambierò il nome del pane.
La ricetta completa, fotografata passo passo, si può trovare qui
mercoledì 30 ottobre 2013
domenica 27 ottobre 2013
Il Festival della Scienza e il gruppo Dibattito Scienza
In occasione delle ultime elezioni si è formato un Gruppo Facebook chiamato Dibattito Scienza che aveva, e ha ancora, lo scopo di fare delle domande su argomenti scientifici ai candidati alle diverse elezioni, stimolarli a rispondere, pubblicare e discutere le risposte. Al di là dell'obbiettivo occasionale delle elezioni, la volontà del gruppo è ovviamente di sviluppare la consapevolezza dell'importanza della scienza nella politica della nostra società e stimolare i "decisori" a rimanere il più possibile agganciati ai suoi risultati senza debordare (troppo) nel populismo plebiscitario.
A parte le iniziative che hanno preceduto le elezioni, il gruppo non è ancora riuscito a darsi delle strategie chiare, limitandosi a rispondere agli attacchi, come quelli alla sperimentazione animale o all'approvazione della sperimentazione del cosidetto "Metodo Stamina".
Capire il perché di questa difficoltà nel prendere iniziative sta diventando il problema fondamentale, insieme alla necessità di superare i limiti di un gruppo di un Social Network, anche se è stato estremamente utile all'inizio.
Per questi obiettivi nell'ambito del Festival della Scienza di Genova, ora in corso, come supplemento di una conferenza di Gilberto Corbellini dal titolo Scienza, per un dibattito efficace, lucido e combattivo, si è svolto un dibattito condotto da Marco Cattaneo, Michele Luzzatto e Gilberto Corbellini che partendo proprio dall'esperienza del gruppo Dibattito Scienza si chiedeva cosa fare dopo.
Non ci sono state, nè ci potevano essere, delle decisioni operative, ma si sono notati diversi problemi di comunicazione anche tra i partecipanti al gruppo, e una mancanza di una presenza unitaria dell'istituzione scientifica nei riguardi di chi deve prendere le decisioni. Allargare la partecipazione, uniformare i linguaggi sono altri temi da sviluppare.
Come bonus personale, ho approfittato di questo incontro per fare diretta conoscenza di alcuni "amici virtuali" anche di antica data con cui non vi era mai stato un incontro diretto.
In particolare con Marco Cattaneo e Silvia Bencivelli, detta Sbenci.
A parte le iniziative che hanno preceduto le elezioni, il gruppo non è ancora riuscito a darsi delle strategie chiare, limitandosi a rispondere agli attacchi, come quelli alla sperimentazione animale o all'approvazione della sperimentazione del cosidetto "Metodo Stamina".
Capire il perché di questa difficoltà nel prendere iniziative sta diventando il problema fondamentale, insieme alla necessità di superare i limiti di un gruppo di un Social Network, anche se è stato estremamente utile all'inizio.
Per questi obiettivi nell'ambito del Festival della Scienza di Genova, ora in corso, come supplemento di una conferenza di Gilberto Corbellini dal titolo Scienza, per un dibattito efficace, lucido e combattivo, si è svolto un dibattito condotto da Marco Cattaneo, Michele Luzzatto e Gilberto Corbellini che partendo proprio dall'esperienza del gruppo Dibattito Scienza si chiedeva cosa fare dopo.
Non ci sono state, nè ci potevano essere, delle decisioni operative, ma si sono notati diversi problemi di comunicazione anche tra i partecipanti al gruppo, e una mancanza di una presenza unitaria dell'istituzione scientifica nei riguardi di chi deve prendere le decisioni. Allargare la partecipazione, uniformare i linguaggi sono altri temi da sviluppare.
Come bonus personale, ho approfittato di questo incontro per fare diretta conoscenza di alcuni "amici virtuali" anche di antica data con cui non vi era mai stato un incontro diretto.
In particolare con Marco Cattaneo e Silvia Bencivelli, detta Sbenci.
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Mister Rat-Man e la Matematica
Sono a Genova perché quest'anno voglio seguire con più attenzione e continuità il Festival della Scienza. Il primo evento a cui ho partecipato è stato questa conferenza: Comics and Science: da Rat-Man alla scienza. Conversazione con Roberto Natalini, Leo Ortolani e Andrea Piazzi.
Una anteprima della presentazione a Lucca Comics del libretto illustrato nella foto ed edito dal CNR in cui, con fumetti, interviste e saggi più o meno seri ci si diverte su alcune questioni di scienza, ed in particolare di matematica.
Due ore passate molto piacevolmente.
Una anteprima della presentazione a Lucca Comics del libretto illustrato nella foto ed edito dal CNR in cui, con fumetti, interviste e saggi più o meno seri ci si diverte su alcune questioni di scienza, ed in particolare di matematica.
Due ore passate molto piacevolmente.
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martedì 22 ottobre 2013
A proposito di Stamina: dieci domande alle Iene
Il mio blog può contare, nei momenti fortunati, un numero di lettori da prefisso telefonico, per cui quello che sto per fare potrebbe sembrare patetico.
Ma lo faccio lo stesso, perché ogni goccia può essere utile.
Questa è un'iniziativa nata in un Gruppo Facebook: Dibattito Scienza, che già si era fatto sentire alle ultime elezioni. E' un post collettivo, fatto contemporaneamente da diversi blogger che sono famosi divulgatori scientifici, a diverso titolo.
Io copio-incollo la versione di Marco Cattaneo, Direttore della rivista Le Scienze e che si trova in originale qui.
Ma lo faccio lo stesso, perché ogni goccia può essere utile.
Questa è un'iniziativa nata in un Gruppo Facebook: Dibattito Scienza, che già si era fatto sentire alle ultime elezioni. E' un post collettivo, fatto contemporaneamente da diversi blogger che sono famosi divulgatori scientifici, a diverso titolo.
Io copio-incollo la versione di Marco Cattaneo, Direttore della rivista Le Scienze e che si trova in originale qui.
Dal 17 febbraio scorso, la trasmissione televisiva Le Iene
ha contribuito con numerosi servizi di Giulio Golia a portare sotto i
riflettori il caso Stamina, mostrando alcuni piccoli pazienti sottoposti
al trattamento, mettendo in evidenza la sofferenza delle famiglie e
sollevando ripetutamente la questione della somministrazione di cure
compassionevoli. Tutto questo anche dopo le critiche di gran parte della
comunità scientifica, dopo le accuse di frode scientifica emerse da un
articolo di «Nature» sulla questione relativa alle domande di brevetto,
dopo il pronunciamento del comitato istituito dal Ministero della Salute
e la cancellazione della sperimentazione annunciata dallo stesso
ministro Beatrice Lorenzin.
Per tutte queste ragioni, e perché ci sono ancora molti punti oscuri in tutta la vicenda, con un gruppo di blogger e giornalisti scientifici abbiamo avvertito il bisogno di porre alcune domande all’autore dei servizi e alla redazione della trasmissione. (Alla stesura di queste domande hanno contribuito Alice Pace, Silvia Bencivelli, Salvo Di Grazia, Emanuele Menietti, Antonio Scalari e il sottoscritto. Un grazie per i suggerimenti a Letizia Gabaglio.)
1. Perché voi delle Iene non spingete Davide Vannoni a rendere pubblico il metodo Stamina? Se è davvero così efficace, non pensa sia giusto dare la possibilità a tutti i medici e pazienti di adottarlo?
2. Nei suoi servizi per Le Iene ci ha mostrato alcuni piccoli pazienti in cura con il metodo Stamina. Dopo otto mesi e quasi 20 puntate, perché non ha mai coinvolto le altre persone che Vannoni dice di aver curato negli ultimi anni, invitandole a mostrare i benefici del metodo stamina?
3. Perché non ha mai sentito la necessità di dare voce anche a quei genitori che, sebbene colpiti dalla stessa sofferenza, non richiedono il trattamento Stamina e anzi sono critici sulla sua adozione?
4. Nel primo servizio su Stamina lei dice che Vannoni prova a curare con le staminali casi disperati «con un metodo messo a punto dal suo gruppo di ricerca». Di quale gruppo di ricerca parla? Di quale metodo?
5. La Sma1 non sarebbe rientrata nella sperimentazione nemmeno se il Comitato l’avesse autorizzata, perché lo stesso Vannoni l’ha esclusa, ritenendola troppo difficile da valutare in un anno e mezzo di studi clinici. Come mai continua a utilizzare i bambini colpiti da questa patologia come bandiera per la conquista delle cure compassionevoli?
6. Perché non ha approfondito la notizia delle indagini condotte dalla procura di Torino su 12 persone, tra cui alcuni medici e lo stesso Vannoni, per ipotesi di reato di somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, truffa e associazione a delinquere?
7. Perché non ha mai interpellato nemmeno uno dei pazienti elencati nelle indagini della procura di Torino?
8. Perché ha omesso ogni riferimento alle accuse di frode scientifica da parte della comunità scientifica a Vannoni, al dibattito attorno alle domande di brevetto e alle controversie che hanno portato a un ritardo nella consegna dei protocolli per la sperimentazione?
9. In trasmissione lei fa riferimento alle cure compassionevoli, regolamentate dal Decreto Turco-Fazio. Perché non ha spiegato che il decreto prevede l’applicazione purché «siano disponibili dati scientifici, che ne giustifichino l’uso, pubblicati su accreditate riviste internazionali»?
10. Se il metodo Stamina si dimostrasse inefficace, che cosa si sentirebbe di dire alle famiglie dei pazienti e all’opinione pubblica?
Vediamo se, e cosa, sono capaci di rispondere...
Per tutte queste ragioni, e perché ci sono ancora molti punti oscuri in tutta la vicenda, con un gruppo di blogger e giornalisti scientifici abbiamo avvertito il bisogno di porre alcune domande all’autore dei servizi e alla redazione della trasmissione. (Alla stesura di queste domande hanno contribuito Alice Pace, Silvia Bencivelli, Salvo Di Grazia, Emanuele Menietti, Antonio Scalari e il sottoscritto. Un grazie per i suggerimenti a Letizia Gabaglio.)
1. Perché voi delle Iene non spingete Davide Vannoni a rendere pubblico il metodo Stamina? Se è davvero così efficace, non pensa sia giusto dare la possibilità a tutti i medici e pazienti di adottarlo?
2. Nei suoi servizi per Le Iene ci ha mostrato alcuni piccoli pazienti in cura con il metodo Stamina. Dopo otto mesi e quasi 20 puntate, perché non ha mai coinvolto le altre persone che Vannoni dice di aver curato negli ultimi anni, invitandole a mostrare i benefici del metodo stamina?
3. Perché non ha mai sentito la necessità di dare voce anche a quei genitori che, sebbene colpiti dalla stessa sofferenza, non richiedono il trattamento Stamina e anzi sono critici sulla sua adozione?
4. Nel primo servizio su Stamina lei dice che Vannoni prova a curare con le staminali casi disperati «con un metodo messo a punto dal suo gruppo di ricerca». Di quale gruppo di ricerca parla? Di quale metodo?
5. La Sma1 non sarebbe rientrata nella sperimentazione nemmeno se il Comitato l’avesse autorizzata, perché lo stesso Vannoni l’ha esclusa, ritenendola troppo difficile da valutare in un anno e mezzo di studi clinici. Come mai continua a utilizzare i bambini colpiti da questa patologia come bandiera per la conquista delle cure compassionevoli?
6. Perché non ha approfondito la notizia delle indagini condotte dalla procura di Torino su 12 persone, tra cui alcuni medici e lo stesso Vannoni, per ipotesi di reato di somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, truffa e associazione a delinquere?
7. Perché non ha mai interpellato nemmeno uno dei pazienti elencati nelle indagini della procura di Torino?
8. Perché ha omesso ogni riferimento alle accuse di frode scientifica da parte della comunità scientifica a Vannoni, al dibattito attorno alle domande di brevetto e alle controversie che hanno portato a un ritardo nella consegna dei protocolli per la sperimentazione?
9. In trasmissione lei fa riferimento alle cure compassionevoli, regolamentate dal Decreto Turco-Fazio. Perché non ha spiegato che il decreto prevede l’applicazione purché «siano disponibili dati scientifici, che ne giustifichino l’uso, pubblicati su accreditate riviste internazionali»?
10. Se il metodo Stamina si dimostrasse inefficace, che cosa si sentirebbe di dire alle famiglie dei pazienti e all’opinione pubblica?
Vediamo se, e cosa, sono capaci di rispondere...
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sabato 19 ottobre 2013
Benvenuti nel mondo degli autopubblicati
Con questo post voglio solo introdurre il
tema e fare qualche considerazione derivata dalla mia esperienza di questi
anni. Su questo argomento ci sono ampie discussioni in rete, e mi guardo bene
dal volerle riassumere qui, né al momento voglio prendere una esplicita
posizione sul problema, a parte per le esperienze personali che illustrerò. E’
certo un tema su cui penso di ritornare.
Da diversi anni in campo internazionale, e
più di recente anche in Italia, si sta diffondendo l’uso dei libri elettronici,
gli ebook. La loro diffusione, inizialmente molto temuta dagli editori
tradizionali di libri di carta, non ha invece comportato una proporzionale
riduzione della vendita di questi ultimi, risultando alla fine in un incremento
delle vendite totali. Questo concetto non è stato ancora capito dagli editori
italiani, che si sono arroccati in una difesa ad oltranza, boicottando gli
ebook in ogni modo, ad incominciare dal prezzo di vendita, di poco inferiore al
cartaceo e spesso superiore, in presenza di particolari campagne di sconti. Ma
non è questo l’argomento di questo post, anche se meriterebbe una discussione
approfondita.
La nascita di questa tecnologia e il
contemporaneo sviluppo delle librerie on-line, naturalmente attrezzate per la
loro vendita, ha ovviamente comportato, in poco tempo, l’apparizione di libri
editi esclusivamente in formato elettronico. A parte piccoli problemi di
formato, soprattutto per la volontà di Amazon di mantenere ad ogni costo un
formato proprietario per tutti gli ebook venduti sulla sua piattaforma, e la
frequente presenza, ossessiva in Italia, dei cosiddetti Digital Rights
Management (DRM), cioè una limitazione inserita nel file digitale per impedirne la
diffusione, analogo al fallimentare controllo di riproduzione per i CD
musicali, la diffusione degli ebook è stata travolgente.
Poiché la produzione di un ebook è tutto
sommato semplice, ad iniziare dagli Stati Uniti si sono incominciati a
moltiplicare degli autori che hanno completamente saltato il passaggio da un
Editore ufficiale, mettendo direttamente in vendita il proprio ebook su delle
librerie on-line disposte ad ospitarli in cambio di una percentuale del prezzo.
Non stiamo parlando di piccoli siti sconosciuti, ma di Amazon stessa che è stata
proprio l’iniziatrice di tutta la faccenda. Il vantaggio da parte dello
scrittore è un guadagno decisamente maggiore, anche in presenza di un prezzo di
vendita molto minore del cartaceo, per l’alta percentuale sul prezzo stesso e
la possibilità, nei casi più fortunati, di grossi volumi di vendita.
Non voglio qui entrare nella discussione
su vantaggi o svantaggi di questa scelta per lo scrittore, perché il tema è
complesso, ma voglio velocemente invece arrivare al punto che mi interessa di
più ora, e cioè il significato di questo nuovo fenomeno per il lettore,
specialmente il lettore italiano di letteratura fantastica.
Il primo vantaggio per il lettore è
sicuramente il prezzo, perché il costo delle opere autopubblicate è normalmente
molto basso, e spesso sono distribuiti inizialmente del tutto gratis.
Il primo svantaggio è ovviamente che si
tratta di opere praticamente “scritte come vengono” con scarso o nullo lavoro
di editing, di prelettura da parte di terzi e revisione assistita. Strafalcioni
grammaticali e refusi vari sono la norma. Ma è uno svantaggio piuttosto
limitato, perché ormai anche le maggiori Case Editrici hanno ridotto al minimo,
e spesso annullato del tutto, l’editing professionale sulle opere pubblicate.
Spesso si trovano refusi che anche un semplice correttore automatico avrebbe
dovuto segnalare.
C’è però un altro svantaggio che deve
essere preso in considerazione: è ben noto che in Italia ci sono più
(aspiranti) scrittori che lettori, e la possibilità di eliminare il filtro
rappresentato dalle scelte delle Case Editrici ha di fatto trasformato quella
che era solo un’aspirazione in una realtà concreta.
In prima approssimazione non vi è stato un
peggioramento qualitativo, e mi riferisco solo al settore del fantastico,
perché ultimamente le scelte editoriali erano state di puntare ad un pubblico
di lettori casuali, facilmente influenzabile da mode e belle copertine,
dall’età sempre minore degli pseudo-scrittori di turno, ma la valanga di ebook
di fantascienza, horror, fantasy, urban romance (i vampiri brilluccicosi) etc è
tale che è addirittura impossibile seguirne l’apparizione, non dico leggerli.
Se volete un’idea dei numeri in questione
date un’occhiata a questa recente pagina FaceBook dove da pochissimi giorni si
presentano con le loro opere autori italiani del genere fantastico. Almeno
quelli che hanno saputo dell’iniziativa.
Schiacciati dal numero esorbitante,
diventa difficile scegliere, perché per fortuna tra questi c’è anche chi sa
scrivere, chi ha delle belle idee, chi sa sviluppare delle storie… e qualche
volta chi sa fare tutte e tre le cose…
Prima di aver fatto una ragionevole
esperienza, aver potuto selezionare qualche autore che merita, bisogna
inevitabilmente leggere delle grandi stupidaggini, il più delle volte scritte
male, senza alcuna competenza stilistica, e questa ricerca, anche se non costa
molti soldi, costa però un mucchio di tempo, che deve essere tolto a quello
dedicato a leggere degli ottimi romanzi pubblicati da case editrici estere, ben
selezionati, con un editing professionale e anche molto divertenti.
Per fare due esempi, ero stato
piacevolmente sorpreso da New Babel di Laura Schirru, un ebook distribuito
gratuitamente, da alcuni racconti di Alessandro Girola, di cui non ho ancora
parlato, ma succede anche di incontrare cose come il recente Epopea dellaColonizzazione – Fase Uno di F. V. Ottavian (credo uno pseudonimo) che dovrebbe
essere il primo di una serie ma dimostra solo l’incapacità dell’autore a
narrare decentemente una storia.
Per riassumere il discorso, se l’autopubblicazione
ha permesso a molti autori di superare i limiti spesso corporativi se non
nepotistici delle Case Editrici ufficiali, in Italia la loro massa è tale che
trovare le poche perle nel montone di rifiuti è davvero problematico.
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giovedì 17 ottobre 2013
Non sono disposti nemmeno a fare finta
La Legge di Stabilità che è stata messa a
punto in questi giorni sta già facendo morti e feriti.
Monti si è dimesso da Presidente di Scelta
Civica, partito che ha fondato con grandi speranze di ricreare un Grande Centro
e sconfitto inizialmente dagli elettori e ora dai vari Casini e Mauro,
esponenti dei soliti vecchi potentati cattolici.
Fassina, dopo aver fatto alcune
dichiarazioni piuttosto critiche sulla Legge di Stabilità, “sembra”
intenzionato a dimettersi dal governo, ed Epifani “sembra” dargli ragione.
Il risultato degli infiniti compromessi
che hanno portato a questa legge apparentemente sta scontentando tutti, con
Berlusconi che, come al solito preoccupato solo dei suoi fatti personali, dopo
aver scatenato i vari Brunetta contro la concorrenza della RAI, ora minaccia di
far cadere il governo se non viene salvato da altre condanne in arrivo.
Mi sembra evidente che un governo che
accetti di eliminare l’IMU su tutte le prime case (tranne quelle classificate
A1 o A10) e di innalzare l’IVA al 22%, che poi per trovare le risorse
necessarie è costretto a tagliare indiscriminatamente il trasferimento alle
regioni, causando ovviamente l’aumento delle tasse locali, ad introdurre una
nuova tassa sui Servizi Essenziali comunali, che praticamente equivale all’IMU
ma non ha lo stesso significato patrimoniale e non colpisce nello stesso modo,
a bloccare l’adeguamento all’inflazione a buona parte dei pensionati, a
bloccare per altri due anni gli stipendi del pubblico impiego e a limitarne
ancora le assunzioni anche in situazioni di carenza di organico ormai
patologico, stia messo decisamente male.
C’è poi da considerare che la tanto
strombazzata e “decisiva per la crescita” riduzione del “cuneo fiscale” si
concretizza in un massimo aumento, per una ristrettissima fascia di reddito, di
ben 24 € al mese, praticamente tutti ingoiati dall’aumento dell’IRPEF regionale
nel Lazio, dove l’aumento è già stato deciso. Per tutti gli altri ci sarà una
diminuizione netta.
Ma il titolo di questo post si riferisce
ad un altro aspetto di cui sembra essersi persa completamente la memoria.
Qualcuno ricorda le grandi dichiarazioni
per una necessaria, immediata, quasi pronta riduzione dei “costi della
politica”?
Dopo alcuni scandali piuttosto spiacevoli,
se ne riempivano la bocca tutti quanti, ed era una successione di proposte:
riduzione del numero dei parlamentari, riduzione del loro stipendio a livello
della media europea (si sarebbe dovuto dimezzarlo), eliminazione delle
Province, eliminazione, o almeno fortissima riduzione, delle auto blu,
riduzione del numero e dei compensi agli infiniti Presidenti e Consigli di
Amministrazione delle più che infinite Società che gestiscono praticamente
tutti i servizi comunali, specialmente delle grandi e medie città, senza che ci
sia stato una riduzione dei dipendenti diretti.
Le soluzioni erano tante e tutte
praticamente pronte per essere messe in atto.
Ne avete avuto più notizia?
Non solo non hanno ridotto di niente i
costi della politica, ma non ne parlano nemmeno più, non hanno nemmeno fatto
finta di fare qualcosa, tipo ridurre i rimborsi spese per i francobolli, o le
spese per le carrozze a cavalli, cose come queste che non riducono niente ma
possono essere usate per propaganda.
Nulla. Non è più un problema degno di
interesse.
Ma il tempo e la volontà per dimezzare il
massimo detraibile dall’IRPEF del premio delle Polizze Vita, attive ormai da
anni e non più modificabili, invece l’hanno trovato.
Il tempo per non votare la decadenza di
Berlusconi ed eliminare la sua protezione da altre accuse lo trovano sempre.
Il tempo per introdurre numeri falsi per i
prossimi anni nella Legge di Stabilità, in modo che oggi appare tutto in
ordine, ma domani ci dovranno essere nuove tasse e nuovi tagli lo trovano
facilmente.
Solo il tempo per fare almeno finta di
tagliare i costi della politica non si trova mai.
PS - Poi c'è anche chi si lamenta di essere ormai costretto a sopravvivere dolorosamente con un semplice reddito di 12.000 € al mese frutto di cumulo di pensioni pubbliche.
http://www.today.it/rassegna/ripa-di-meana-12-mila-euro-al-mese.html
Dobbiamo avere grande comprensione per questi nostri sfortunati concittadini...
http://www.today.it/rassegna/ripa-di-meana-12-mila-euro-al-mese.html
Dobbiamo avere grande comprensione per questi nostri sfortunati concittadini...
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martedì 15 ottobre 2013
Pane in Cassetta
Ho provato per la prima volta a fare del pane in cassetta. Ho seguito fedelmente la ricetta di Giorilli su Panificando, perché mi è sembrata più equilibrata di altre.
Le dosi sono queste:
595 gr di farina 00
298 gr di latte
60 gr di burro
18 gr di lievito
18 gr di zucchero
12 gr di sale
Dopo aver impastato e lasciato riposare per 15 minuti, si forma un salsicciotto che si piega in due avvolgendolo su se stesso, mettendolo nello stampo a lievitare
dopo circa un'ora e mezza è diventato così ed è infornato a 200 ºC per 60 minuti
questo è come appare appena estratto dal forno e dallo stampo
questa è una fetta
il taglio con un coltello da pane appena seghettato risulta piuttosto facile e le fette risultano molto regolari
In conclusione, sono stato piuttosto soddisfatto del risultato.
C'è ancora da migliorare qualcosa, perché le fette mi sono sembrate un poco "deboli", e ho dovuto tagliarle piuttosto spesse per poterle utilizzare per delle tartine. L'impasto non ha riempito completamente lo stampo, forse perché necessita di qualche grammo in più, ma anche perché deve essere formato meglio prima di essere messo nello stampo stesso.
La prossima volta proverò con una farina fi forza un po' maggiore, aggiungendo qualche grammo e facendo più attenzione a riempire meglio e in modo più uniforme lo stampo.
Ma il sapore di questo pane non ha assolutamente niente a che vedere con quello commerciale. Abbiamo potuto fare delle tartine in cui il sapore degli ottimi ingredienti aggiunti si sposava perfettamente in bocca con il sapore burroso del pane.
Sto provando a surgelare qualche fetta. Vedremo fra qualche giorno se questo modo di conservazione si adatta a questo pane.
Le dosi sono queste:
595 gr di farina 00
298 gr di latte
60 gr di burro
18 gr di lievito
18 gr di zucchero
12 gr di sale
Dopo aver impastato e lasciato riposare per 15 minuti, si forma un salsicciotto che si piega in due avvolgendolo su se stesso, mettendolo nello stampo a lievitare
dopo circa un'ora e mezza è diventato così ed è infornato a 200 ºC per 60 minuti
questo è come appare appena estratto dal forno e dallo stampo
questa è una fetta
il taglio con un coltello da pane appena seghettato risulta piuttosto facile e le fette risultano molto regolari
In conclusione, sono stato piuttosto soddisfatto del risultato.
C'è ancora da migliorare qualcosa, perché le fette mi sono sembrate un poco "deboli", e ho dovuto tagliarle piuttosto spesse per poterle utilizzare per delle tartine. L'impasto non ha riempito completamente lo stampo, forse perché necessita di qualche grammo in più, ma anche perché deve essere formato meglio prima di essere messo nello stampo stesso.
La prossima volta proverò con una farina fi forza un po' maggiore, aggiungendo qualche grammo e facendo più attenzione a riempire meglio e in modo più uniforme lo stampo.
Ma il sapore di questo pane non ha assolutamente niente a che vedere con quello commerciale. Abbiamo potuto fare delle tartine in cui il sapore degli ottimi ingredienti aggiunti si sposava perfettamente in bocca con il sapore burroso del pane.
Sto provando a surgelare qualche fetta. Vedremo fra qualche giorno se questo modo di conservazione si adatta a questo pane.
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giovedì 10 ottobre 2013
Italia, paese di inoccupabili?
L'esternazione del Ministro del Lavoro Giovannini a seguito dell'indagine OCSE sulla preparazione alfabetica e matematica della popolazione, che vede l'Italia agli ultimi posti per entrambe le capacità, e che quindi considera generalmente gli italiani "inoccupabili", lascia qualche dubbio sulla sua capacità di comprensione del fenomeno.
L'analisi dettagliata del significato dell'indagine OCSE occuperebbe troppo spazio e sarebbe anche troppo specialistica per la comprensione degli "illetterati" italiani, ma una semplice osservazione dovrebbe essere sufficiente a far capire che il problema è reale ma complesso, e che il ministro semplicemente non ne capisce niente:
l'Italia è anche il paese industrializzato con il più basso rapporto tra laureati (totali) e popolazione, e la differenza è tale da essere stata evidenziata da molte analisi che hanno sempre concluso con la necessità per l'Italia di aumentare il numero di laureati. Solo che i laureati italiani, quelli seri, in materie scientifiche forti, non trovano lavoro in Italia all'altezza della loro preparazione e emigrano in massa all'estero, dove trovano accoglienza con posti ad alta remunerazione e con garanzie di occupazione impossibili in Italia. In parole più povere: abbiamo pochi laureati e non ci servono.
Il ministro Giovannini potrebbe giustificare questo fatto non discutibile, perché è un fatto sperimentale, con la sua ipotesi del tutto astratta della "inoccupabilità" degli italiani?
Non è forse che non sono gli italiani ad essere "sbagliati", ma il sistema industriale italiano ad essere del tutto insufficiente, senza imprenditori disposti a scommettere sull'innovazione e senza un sistema del credito disposto a finanziare il rischio.
Il sistema economico italiano, nel suo complesso, perché eccezioni di alto valore ci sono, è sostanzialmente dedito a sfruttare le rendite, che siano dirette o di posizione poco importa.
Ma il Ministro del Lavoro non sembra rendersene conto.
Mi spiegate che interessi sta difendendo questo incapace?
L'analisi dettagliata del significato dell'indagine OCSE occuperebbe troppo spazio e sarebbe anche troppo specialistica per la comprensione degli "illetterati" italiani, ma una semplice osservazione dovrebbe essere sufficiente a far capire che il problema è reale ma complesso, e che il ministro semplicemente non ne capisce niente:
l'Italia è anche il paese industrializzato con il più basso rapporto tra laureati (totali) e popolazione, e la differenza è tale da essere stata evidenziata da molte analisi che hanno sempre concluso con la necessità per l'Italia di aumentare il numero di laureati. Solo che i laureati italiani, quelli seri, in materie scientifiche forti, non trovano lavoro in Italia all'altezza della loro preparazione e emigrano in massa all'estero, dove trovano accoglienza con posti ad alta remunerazione e con garanzie di occupazione impossibili in Italia. In parole più povere: abbiamo pochi laureati e non ci servono.
Il ministro Giovannini potrebbe giustificare questo fatto non discutibile, perché è un fatto sperimentale, con la sua ipotesi del tutto astratta della "inoccupabilità" degli italiani?
Non è forse che non sono gli italiani ad essere "sbagliati", ma il sistema industriale italiano ad essere del tutto insufficiente, senza imprenditori disposti a scommettere sull'innovazione e senza un sistema del credito disposto a finanziare il rischio.
Il sistema economico italiano, nel suo complesso, perché eccezioni di alto valore ci sono, è sostanzialmente dedito a sfruttare le rendite, che siano dirette o di posizione poco importa.
Ma il Ministro del Lavoro non sembra rendersene conto.
Mi spiegate che interessi sta difendendo questo incapace?
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mercoledì 9 ottobre 2013
Cosa è successo nel frattempo
Dato il lungo intervallo in cui non ho postato niente in questo blog, invece di fare tanti post per recuperare il passato, cerco di riassumere in un unico post quello che ho fatto in questo periodo. Ovviamente i pensieri, le considerazioni, le imprecazioni e gli insulti che hanno avuto origine a vario titolo in questo periodo sono andati definitivamente persi.
Per quanto riguarda il pane non ci sono state molte novità, un poco per il periodo estivo che non permette una panificazione facile in assenza di cella di lievitazione, e un poco perché sto mettendo a punto qualche ricetta piuttosto restia a farsi controllare.
L'unica cosa nuova è stata la ricetta definitiva delle Batard al Farro Integrale, che entra ufficialmente tra i miei standard.
Ho però aggiunto due nuove pagine sulle tecniche: la Cottura del Pane e I Miglioranti. La prima è un'esposizione semplice ma credo scientificamente corretta dei processi chimici e fisici che avvengono durante la cottura. La seconda è un'illustrazione di alcuni composti del tutto naturali e spesso usati per ragioni salutistiche che possono essere utilizzati nella preparazione del pane per dare qualche vantaggio strutturale.
Ho invece letto e presentato diversi romanzi di fantascienza e di fantasy.
Incominciando da una recensionecompleta, non un semplice invito di lettura del romanzo di Neal Stephenson Cryptonomicon. Un romanzo che sfugge una facile definizione di genere e che rappresenta la prima opera non post-cyberpunk di Stephenson. Un romanzo che rappresenta ancora uno sviluppo della tecnica narrativa di questo grande scrittore, con molti difetti, ma che deve assolutamente essere letto.
Poi diversi Consigli di Lettura mensili:
Un consiglio non molto positivo per l'ultima opera pubblicata in Italia di Andrzej Sapkowskj, Il Tempo della Guerra
Un ottimo thriller fantascientifico, ultima opera di Greg Bear: Hull Zero Three
Il ricordo di un vecchio romanzo di Michael Moorcock: Il Mastino della Guerra
Ma sono già pronti gli inviti alla lettura per i prossimi mesi, e una nuova recensione.
Spero anche di tenere vivi gli interventi sui fatti policici e culturali dell'attualità.
Per quanto riguarda il pane non ci sono state molte novità, un poco per il periodo estivo che non permette una panificazione facile in assenza di cella di lievitazione, e un poco perché sto mettendo a punto qualche ricetta piuttosto restia a farsi controllare.
L'unica cosa nuova è stata la ricetta definitiva delle Batard al Farro Integrale, che entra ufficialmente tra i miei standard.
Ho però aggiunto due nuove pagine sulle tecniche: la Cottura del Pane e I Miglioranti. La prima è un'esposizione semplice ma credo scientificamente corretta dei processi chimici e fisici che avvengono durante la cottura. La seconda è un'illustrazione di alcuni composti del tutto naturali e spesso usati per ragioni salutistiche che possono essere utilizzati nella preparazione del pane per dare qualche vantaggio strutturale.
Ho invece letto e presentato diversi romanzi di fantascienza e di fantasy.
Incominciando da una recensionecompleta, non un semplice invito di lettura del romanzo di Neal Stephenson Cryptonomicon. Un romanzo che sfugge una facile definizione di genere e che rappresenta la prima opera non post-cyberpunk di Stephenson. Un romanzo che rappresenta ancora uno sviluppo della tecnica narrativa di questo grande scrittore, con molti difetti, ma che deve assolutamente essere letto.
Poi diversi Consigli di Lettura mensili:
Un consiglio non molto positivo per l'ultima opera pubblicata in Italia di Andrzej Sapkowskj, Il Tempo della Guerra
Un ottimo thriller fantascientifico, ultima opera di Greg Bear: Hull Zero Three
Il ricordo di un vecchio romanzo di Michael Moorcock: Il Mastino della Guerra
Ma sono già pronti gli inviti alla lettura per i prossimi mesi, e una nuova recensione.
Spero anche di tenere vivi gli interventi sui fatti policici e culturali dell'attualità.
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martedì 8 ottobre 2013
Non mi piace essere preso in giro
Ho abbandonato questo blog per parecchio tempo. Voglio ora vedere se riesco a risvegliarlo con un minimo di presenze in lettura. Sicuramente ci vorrà del tempo e una certa costanza da parte mia.
Incominciamo da una considerazione.
Io sono sempre stato favorevole ad una tassa patrimoniale, anche se preferirei una più precisa tassa sulle rendite. Dato che tassare le rendite sarebbe come cercare di acchiappare delle anguille, impossibile se non si sa come fare, meglio un'onesta e non ben bilanciata tassa patrimoniale sulle case.
Ma su tutte.
Perché un patrimonio significa semplicemente il possesso di un valore. Quel valore non dipende dal reddito di chi lo possiede, è un valore e basta. Quindi una patrimoniale deve tassare il valore e basta. Sbaglia quindi chi vuole modulare la tassa sul reddito, perché sarebbe un'ulteriore tassa sul reddito che favorirebbe ancora una volta gli evasori.
Si può intervenire nel moderare l'effetto sulla prima casa, anche se dal punto di vista di una tassa patrimoniale è scorretto, solo per alleggerire il peso per la maggior parte dei cittadini italiani, che considerano la casa in cui abitano non un valore ma un diritto, indipendentemente dal valore che ha.
Vista la situazione generale, una franchigia il cui valore è da definire in base anche alle necessità del fisco (e del tener conto però che non si tassano assolutamente le vere rendite) è accettabile.
La proposta di emendamento presentata dal Partito Democratico di aumentare la franchigia fino a rendere totalmente esente dall'IMU le case con rendita catastale di 750 €, se ho capito bene la proposta, mi sta del tutto bene.
Quello che invece mi sembra assurdo, al limite dell'imbecillità, e per cui mi sento preso in giro, è la dichiarazione che appare praticamente su tutti i giornali per cui questa proposta farebbe pagare l'IMU solo alle case di lusso.
Ma chi fa queste dichiarazioni sa di cosa sta parlando? Sa cosa è una casa con reddito catastale di 750 € in qualunque città di ragionevoli dimensioni? Sa il danno politico che ha fatto al Partito Democratico con questa dichiarazione?
Se non lo sa, si dimettesse da ogni carica politica che ha al momento, perché non ne è sicuramente degno, non per un partito che si dice di sinistra.
Incominciamo da una considerazione.
Io sono sempre stato favorevole ad una tassa patrimoniale, anche se preferirei una più precisa tassa sulle rendite. Dato che tassare le rendite sarebbe come cercare di acchiappare delle anguille, impossibile se non si sa come fare, meglio un'onesta e non ben bilanciata tassa patrimoniale sulle case.
Ma su tutte.
Perché un patrimonio significa semplicemente il possesso di un valore. Quel valore non dipende dal reddito di chi lo possiede, è un valore e basta. Quindi una patrimoniale deve tassare il valore e basta. Sbaglia quindi chi vuole modulare la tassa sul reddito, perché sarebbe un'ulteriore tassa sul reddito che favorirebbe ancora una volta gli evasori.
Si può intervenire nel moderare l'effetto sulla prima casa, anche se dal punto di vista di una tassa patrimoniale è scorretto, solo per alleggerire il peso per la maggior parte dei cittadini italiani, che considerano la casa in cui abitano non un valore ma un diritto, indipendentemente dal valore che ha.
Vista la situazione generale, una franchigia il cui valore è da definire in base anche alle necessità del fisco (e del tener conto però che non si tassano assolutamente le vere rendite) è accettabile.
La proposta di emendamento presentata dal Partito Democratico di aumentare la franchigia fino a rendere totalmente esente dall'IMU le case con rendita catastale di 750 €, se ho capito bene la proposta, mi sta del tutto bene.
Quello che invece mi sembra assurdo, al limite dell'imbecillità, e per cui mi sento preso in giro, è la dichiarazione che appare praticamente su tutti i giornali per cui questa proposta farebbe pagare l'IMU solo alle case di lusso.
Ma chi fa queste dichiarazioni sa di cosa sta parlando? Sa cosa è una casa con reddito catastale di 750 € in qualunque città di ragionevoli dimensioni? Sa il danno politico che ha fatto al Partito Democratico con questa dichiarazione?
Se non lo sa, si dimettesse da ogni carica politica che ha al momento, perché non ne è sicuramente degno, non per un partito che si dice di sinistra.
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